La Villa romana di Casignana, il cui nucleo originario risale al I secolo d.C., subì una significativa ristrutturazione nel IV secolo. Abbandonata nel V secolo, conserva tracce di utilizzo fino al VII secolo. Scoperta nel 1963 durante i lavori per un acquedotto lungo la strada statale 106 Ionica, è stata studiata sistematicamente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria negli anni Ottanta. Dal 1998, il comune di Casignana, con l’aiuto della Comunità montana dell’Aspromonte orientale, gestisce il sito, espandendo l’area investigata. Presumibilmente situata lungo l’antica strada tra Locri Epizefiri e Rhegion (Reggio Calabria), la villa presenta un notevole complesso termale privato, accessibile da un portico e decorato con mosaici. Tra essi, spicca il frigidarium del III secolo, raffigurante un thiasos marino con figure femminili su animali, terminanti in code di pesce. La sala, di forma ottagonale con lati absidati, include due vasche per acqua fredda. Il calidarium, dotato di riscaldamento a ipocausto e tubi fittili sulle pareti, anch'esso ottagonale e pavimentato con mosaici, probabilmente era coperto da una volta. Il complesso comprende anche una sala rettangolare con pavimentazione in lastre di marmo colorato. In posizione più elevata, si trova un ninfeo monumentale con cisterne.
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