Sono trascorsi più di trent'anni da quando, giovani e sognatori, con lo spirito dei pellegrini e la determinazione dei pionieri, siam partiti da Monte Scirocco per intraprendere il “cammino” nel corpo e nell’anima dell’Aspromonte, la montagna dei sequestri, il demone da distruggere. Così, tra gli anni ’80 e ’90 dello scorso secolo, la definivano i mass-media che hanno preferito trattare l’odioso fenomeno dei sequestri di persona con slogan, semplificazioni e mistificazioni, piuttosto che noiose e impegnative analisi dei fenomeni e delle loro cause. Anche l’iconografia, coerente al messaggio, proponeva, all’Italia e al mondo, un Aspromonte brullo, impraticabile, desolato, costellato di fatiscenti casolari, abitato da un popolo incivile e selvaggio. Un marchio sinistro per un’intera montagna e un intero popolo, una condanna senza appello. In questo contesto, sociale e culturale, nel 1985, è nato il GEA – Gruppo Escursionisti d’Aspromonte – e con esso la sua ambiziosa missione: l’occupazione pacifica dell’Aspromonte, nel rispetto della legalità, attraverso l’individuazione e il recupero, fisico e culturale, delle antiche vie che attraversano l’Aspromonte in ogni direzione. Da allora il GEA ha realizzato, tra l’Aspromonte e le Serre, oltre 300 km. di itinerari per escursionisti. Tra questi il “Sentiero del Brigante” che, nel novembre del 2017, è stato inserito nell’Atlante Digitale dei Cammini del MIBACT.Fin dal 1985, anno della sua costituzione, l’Associazione ha elaborato un progetto culturale e operativo che si sviluppa lungo due direttrici. L’una è quella dello studio del territorio, nei suoi aspetti materiali e immateriali, della sua promozione attraverso la produzione di opuscoli, cartine, guide, libri e l’organizzazione di attività culturali e manifestazioni di grande impatto mediatico. L’altra è quella dell’individuazione e del recupero, fisico e culturale, delle antiche vie che attraversavano l’Aspromonte in ogni direzione. I sentieri, le mulattiere, le più recenti strade sterrate, individuati da segnavia colorati (rosso-bianco-rosso), si riappropriano della loro funzione originaria e si confermano elementi indispensabili per la ricostruzione del paesaggio rurale e montano, per la valorizzazione degli elementi che lo compongono, per lo sviluppo del turismo montano.Dopo avere realizzato una rete d’itinerari per escursionisti nel comprensorio di Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte, il GEA, sul finire degli anni ’80 dello scorso secolo, si è dedicato alla individuazione e al recupero fisico e culturale della via di crinale che collega l’Aspromonte alle Serre. Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte, a Serra San Bruno e Stilo. Sono stati anni d’intenso ed esaltante impegno per l’Associazione e i suoi Soci, consapevoli d’interpretare le esigenze di rinascita dell’estrema montagna meridionale, resa culturalmente e socialmente marginale dalle vicende storiche e mortificata da innumerevoli episodi di cronaca che l’hanno resa tristemente famosa e fatta percepire come covo esclusivo di banditi, latitanti e sequestratori. Tra il 1986 e il 1989 i Soci del GEA hanno definito il tracciato e reso percorribile il sentiero grazie a un massiccio intervento teso al recupero del piano di calpestio, gravemente compromesso da ostacoli di ogni tipo e dalla rigogliosa vegetazione endemica. Allo stesso tempo sono state individuate, analizzate e collegate le risorse culturali, materiali e immateriali, componenti il patrimonio dei territori attraversarti. Il “Sentiero del Brigante” è diventato così il filo rosso che collega gli elementi del territorio ed esso stesso diventa patrimonio del territorio e segno tangibile della storia e delle vicende delle popolazioni che l’hanno tracciato, percorso, abbandonato. Il sentiero è individuato, sul terreno, da segnaletica orizzontale e verticale. Per la segnaletica verticale sono state utilizzate frecce direzionali in legno. Per quella orizzontale - segnavia apposti sugli alberi, sulle rocce o altri supporti utili - si è scelto di utilizzare la bandierina rosso-bianco-rosso, utilizzata anche dal Club Alpino Italiano e fatta propria, di recente, dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte. Dal 2 al 7 luglio del 1991 il GEA ha organizzato, con il patrocinio del Ministro dell’Ambiente Giorgio Ruffolo e di numerose Associazioni nazionali e locali, il primo grande trekking lungo il “Sentiero del Brigante”. Cinquanta escursionisti, a piedi e a cavallo, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno percorso il sentiero da Stilo a Gambarie. Tra essi il Senatore Sisinio Zito, padre del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Stupefacente è stata la copertura mediatica: dal Sole 24 Ore al Corriere dello Sport, Dalla Rivista del Trekking a Grazia, dal Tempo al Giornale, il riconoscimento della validità del progetto “Sentiero del Brigante” per lo sviluppo delle aree interne tra l’Aspromonte e le Serre. Da allora il “Sentiero del Brigante”, regolarmente manutenuto dal GEA, è stato meta di migliaia di escursionisti che hanno viaggiato a piedi alla ricerca di “diversità”, “identità”, “autenticità”. Con l’istituzione dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, avvenuta nel 1994, il “Sentiero del Brigante” è entrato a far parte del Piano del Parco come unico sentiero tematico. Dal novembre del 2017 il “Sentiero del Brigante” è nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia curato dal MIBACT, Ministero per i beni e le attività culturali. Un contenitore di percorsi e vie pensato e realizzato sulle linee guida indicate dalla direttiva dell’allora Ministro Dario Franceschini. La direttiva del Ministro definisce i Cammini “itinerari culturali di particolare rilievo europeo e/o nazionale, percorribili a piedi o con altre forme di mobilità dolce e sostenibile, e che rappresentano “una modalità di fruizione del patrimonio naturale e culturale diffuso, nonché un’occasione di valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e dei territori interessati.”